La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole
sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.
Sostanzialmente consiste in una formula (una o più
sillabe, o
lettere o
frasi), generalmente in
Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico.
Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più conosciuto è il mantra
Om (AUM).
In
Tibet, molti
buddhisti incidono i mantra nella roccia come forma di devozione.
Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle
filosofie. Vengono principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale
concentrazione. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare ricchezza, evitare pericoli, o eliminare nemici. I Mantra hanno origine in
India all'interno dell'
Induismo Vedico e nel
Jainismo, popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali.
I Mantra sono considerati come
suoni vibrazionali, a causa della grande enfasi che si pone alla loro corretta pronuncia (grazie allo sviluppo della scienza
fonetica, in India, migliaia di anni fa). Il loro scopo è liberare la mente dalla realtà
illusoria e dalle inclinazioni materiali. Il processo di ripetizione di un Mantra è definito
cantilena.
Indice[
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1 Introduzione1.1 I Mantra come suoni archetipali2 I Mantra nell'Induismo2.1 Japa2.2 Alcuni Mantra Indù2.3 Guidami dall'Ignoranza verso la Verità2.4 I Mantra Hare Kṛṣṇa2.5 Mantra della vittoria sulla malattia e la morte2.6 I Mantra Shanti2.7 Preghiere Universali2.8 Altri esempi2.9 Il Mantra Indù Bija3 I Mantra nel Buddhismo3.1 I Mantra nel Buddhismo Shingon3.2 Distinzione tra dharani e mantra3.3 La kana e i mantra3.4 L'origine di tutti i suoni4 I Mantra nel Buddhismo Indo-Tibetano4.1 La pratica Vajrayana4.2 Om mani padme hum4.3 Altri Mantra utilizzati dai Buddhisti Tibetani5 I Mantra in altre tradizioni o contesti6 Nella cultura popolare7 Bibliografia8 Voci correlate9 Collegamenti esterni9.1 Mantra Buddhisti9.2 Mantra Indù9.3 Altri//
Introduzione [
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Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente; il secondo è trānia, e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata. I mantra possono essere strumenti di adorazione, preghiera, terapia, avanzamento spirituale, purificazione o di offerta rituale. Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).
Śānti : (della pace profonda) libera da malattie, problemi psicologici, paura, illusione e difficoltà mondane e ambientali; recitati senza aspettative od attaccamenti.
Istambhan : (che paralizza) servono per fermare, in natura, ogni tipo di essere vivente od oggetto inanimato.
Mohana : (attraente) usati per affascinare uomini, donne o animali, in questa categoria rientrano mesmerismo e ipnotismo; noto anche come Sammoha.
Uchchatan : (che turba) servono a turbare l’equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l’incertezza, la paura, le delusione; la persona che ne subisce l’influenza agisce come se fosse posseduta.
Vaśikaran : (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l’effetto perde capacità di discriminare diventando come una marionetta.
Ākarśan : servono ad attrarre persone che vivono lontano.
Jrambhan : servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere di chi li usa.
Vidweśan : dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche; i comportamenti rimangono invariati cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata.
Puśti : servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.
Bija: sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.
I Mantra hanno delle caratteristiche in comune con le
formule magiche, ossia di trasmutare in forma di azione il desiderio o la volontà umana. Il Dr.
Edward Conze,
studioso di
Buddismo, interpreta frequentemente la parola "mantra" come "formula magica". Spesso si ritiene che i suoni orali abbiamo poteri magici, o addirittura siano l'espressione vocale del
Divino.
Per gli autori delle scritture
Indù delle
Upaniṣad, la sillaba
Aum stessa costituisce un mantra, e rappresenta
Brahman, il Dio supremo, colui che ha creato l'universo.
La sola pronuncia corretta di questa sillaba consente l'esperienza diretta di illuminazione, si sperimenta direttamente Dio. Secondo
Kūkai, importante maestro buddhista giapponese del
IX secolo, tutti i suoni siano la voce di
Dharmakaya Buddha cioè, nei termini del pensiero Yogico e delle Upaniṣad, questi suoni sarebbero la manifestazione della realtà ultima.
Tuttavia non si deve pensare che questo principio valga esclusivamente per le culture orientali. Le parole hanno comunque un certo potere sulla natura sottile dell'essere umano. Se si accetta anche il collegamento '
etimologico con la parola "manas", che significa "mente", e "trana" , "protezione", allora si desume che il "mantra" sia qualcosa in grado di proteggere la mente. Tuttavia in pratica è stato possibile dimostrare che vanno al di là di una semplice funzione di protezione mentale. Per molte culture le
lettere scritte hanno un
potere. Le lettere possiedono persino una funzione
oracolare.
Invece in
India a causa di particolari condizioni storiche la parola scritta è stata sempre considerata nettamente inferiore, come importanza, all'espressione orale. I
Bramini erano la
casta sacerdotale del popolo
Hindù, coloro che conservavano le sacre scritture, inizialmente dei
Veda, più tardi anche delle
Upaniṣad. Per anni, solo loro furono a conoscenza dei mantra e delle formule sacre cantate in ogni occasione importante.
Tuttavia, con l'avvento delle scuole Indù di
Yoga,
Vedānta,
Tantra e
Bhakti, il mantra è entrato a far parte delle pratiche religiose consuete.
Tale era, in questo contesto, l'influenza della natura elitaria della conoscenza sui mantra, che persino i Buddisti, che ripudiavano completamente l'idea delle caste e dell'efficacia degli antichi rituali, chiamavano se stessi i shravakas, ossia "gli ascoltatori". In India una persona saggia viene chiamata "un buon ascoltatore".
I Mantra come suoni
archetipali [
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I Mantra sono anche considerati suoni archetipali. Quello che simbolizzano dipende dal contesto e dalla mente della persona che li ripete. Studi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che i suoni delle vocali hanno un significato se siamo o no di loro consapevoli. Inoltre è possibile svelare un simbolismo situato su più livelli, associato ad ogni suono.
Così, anche se non li conosciamo, i mantra non sono semplicemente l'espressione fonetica di un cerimoniale privo di significato -- nessuna espressione vocale è completamente priva di significato, ma vibrazioni, che, ripetute opportunamente, hanno effetti generalmente positivi su mente, corpo e spirito. I mantra hanno un significato specifico a seconda del contesto in cui operano: il mantra "Om" per esempio ha un significato presso gli
Indù ed un altro presso i
Buddisti. L'analisi del Kukai, un erudito Buddista del
IX secolo, è rivelatrice. Vedi sotto.
Mentre il
tantra Indù si soffermava sia sulle lettere che sui suoni come espressione del divino, il Buddhismo itinerante dava maggiore enfasi alla parola scritta. La
Cina non possedeva un linguaggio
ecclesiastico unificato come il
Sanscrito, pertanto realizzarono la loro unità culturale mediante un linguaggio scritto, flessibile nella pronuncia e più mirato nell'espressione dei concetti. Di conseguenza i Cinesi riposero nella scrittura molta più considerazione dei missionari Buddisti Indiani. Così la scrittura dei mantra divenne una pratica spirituale loro specifica.
Mentre i
Bramini ponevano l'attenzione su una corretta pronuncia, i Cinesi, in realtà Buddisti del lontano oriente erano più interessati alla corretta scrittura. La pratica di scrittura dei mantra, di trascrizione dei testi come pratica spirituale, divenne molto raffinata in
Giappone, in cui ebbe un notevole sviluppo la scrittura delle
Sutra Buddiste, attualmente le sole conosciute. Tuttavia anche in India, in molte
sette viene praticata la ripetizione scritta in Sanscrito dei mantra.
I Mantra nell'Induismo [
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I Mantra hanno avuto origine dai grandi testi sacri Indù, principalmente i
Veda. In questi testi, vere e proprie opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "
slokas", anche se molti mantra vengono eseguiti su una riga singola o persino in combinazione con singole parole.
Aum
Il mantra fondamentale è
Aum, noto nell'induismo come il "pranava mantra", la sorgente di tutti i mantra. Il significato filosofico si fonda sull'idea Indù di "nāma-rūpa" o del nome-forma, che suppone che tutte le cose, le idee, o le entità presenti nell'esistenza e nel cosmo fenomenologico, hanno un nome e una forma di qualche genere. Il nome-forma della vibrazione primordiale
Aum è la prima manifestazione "nāma-rūpa" di
Brahman, la realtà immanifesta.
Prima dell'esistenza e al di là dell'esistenza l'unica sola realtà era Brahman, e la sua prima manifestazione nell'esistenza è Aum. Per questa ragione Aum viene considerato il mantra più potente e fondamentale, spesso usato come prefisso e suffisso in tutte le preghiere Indù.
Mentre alcuni mantra invocano specifici Dei o principi, i più importanti tra i mantra, come l'Aum, il Shanti, il
Gayatri, ed altri focalizzano colui che li pronuncia sulla realtà ultima delle cose.
Nel
tantrismo Indù, l'universo è suono. Il supremo (para) causa l'esistenza attraverso la Parola (Shabda). La Creazione consiste di vibrazioni di varia frequenza e ampiezza che danno luogo ai fenomeni del mondo.
Le vibrazioni più pure, sono le Var.na, scritture imperscrutabili, a noi rivelate, imperfette sia nella forma che nel suono. Le Var.na sono gli atomi del suono. Una complessa e simbolica associazione si forma tra le lettere, elementi, Dei, Segni dello Zodiaco, parti del corpo -- lettere che acquisiscono forza e si arricchiscono di significati, grazie a queste combinazioni. Per esempio nelle Aitrareya-aranya-Upanishad troviamo: "Le consonanti mute rappresentano la terra, le sibilanti il cielo e le vocali il paradiso. Le consonanti mute rappresentano il fuoco, le sibilanti l'aria, le vocali il sole ? Le consonanti mute rappresentano gli occhi, le sibilanti le orecchie, le vocali la mente".
In effetti ogni lettera diventa un mantra e il linguaggio dei Veda, in Sanscrito, corrisponde profondamente alla natura delle cose. Così i Veda rappresentano simbolicamente la realtà stessa. La sillaba primordiale Om, rappresenta l'unità fondamentale della realtà: Brahman.
Japa [
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Japa era un concetto della saggezza Vedica che incorporava i mantra, quale forma principale di
puja, o venerazione, il cui fine ultimo è la
moksha o Liberazione. Essenzialmente, japa significa ripetizione, divenuta una pratica consueta presso la religione Indù, attraverso varie forme di
Yoga e
Tantrismo. Questa tecnica consiste nella ripetizione continua di mantra, di solito in cicli di multipli di tre, il più popolare dei quali è il 108. Per questa ragione gli Indù usano il
mala, corrispondente al
rosario della religione cristiana, contenente 108 perle e una perla principale chiamata "meru".
I devoti eseguono la japa utilizzando le dita e contando, per ogni perla, la ripetizione di un mantra scelto. Una volta raggiunte le 108 ripetizioni, se desiderano continuare un altro ciclo di mantra, il devoto deve tornare indietro senza attraversare la perla "meru" e ripetere.
Si dice che attraverso le japa i devoti siano i grado di raggiungere un'estrema focalizzazione sulla divinità scelta o sul principio del mantra. Le vibrazioni, i suoni e gli echi del mantra sono considerati estremamente importanti, in quando si suppone, secondo le diverse scuole di pensiero Indù, siano in grado di risvegliare il
prana o vita spirituale, e persino di stimolare l'energia dei
chakra.
Qualsiasi
sloka tratta da Testi Sacri induisti come i
Veda, le
Upaniṣad, la
Bhagavad Gita, lo
Yoga Sutra e persino dal
Mahābhārata e dal
Ramayana è considerata abbastanza potente da essere ripetuta con grande effetto, e quindi possedere lo status di mantra.
Un mantra è generalmente è formato dal nome di una divinità che viene salutata in questo modo : "Aum namah ------", "Aum namo ------", oppure, "Aum Jai ( Gloria!) -----" o con altre combinazioni diverse. Per esempio: "
Aum namah Shivaya" (Aum, mi arrendo a Te, Shiva ), "Aum namo
Narayanaya (mi inchino a Te, Narayana); oppure "Aum Namo Bhagavate Vasudevãya", (Saluto universale al Dio Visnhu), "Aum Shri Ganeshaya Namah" (Aum, mi arrendo al Signore
Ganesh), e "Jai Ma Kali" e "Aum Hrim Chandikãyai Namah. " (mantra di
Devi).
Alcuni Mantra Indù [
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Il mantra più rappresentativo della tradizione Indù è il celebre
Gayatri Mantra :
ॐ भूर्भुवस्व:
तत् सवितूर्वरेण्यम्
भर्गो देवस्य धीमहि
धियो यो न: प्रचोदयात्
Om Bhūr Buvaḥ Svaḥ
Tat Savitur Vareṇyaṃ
Bhargo Devasya Dhīmahi
Dhiyo Yo Naḥ Pracodayāt
Questo mantra è considerato il più universale di tutti i Mantra Indù, un'invocazione a Brahman come principio di tutta la conoscenza e creatore del
Sole primordiale, una preghiera al "Sole dell'intelletto" affinché illumini e disperda le tenebre dell'ignoranza.
Guidami dall'Ignoranza verso la Verità [
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āsato ṃā sat gamayā / tamaso ṃā jyotir gamayā / ṃrityor-ṃā āmritam gamayā / Om śānti śānti śāntiḥ
"Guidami dal non-essere all'essere, guidami dall'oscurità verso la luce, guidami dalla morte all'immortalità"
I Mantra Hare Kṛṣṇa [
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Il mantra Hare Kṛṣṇa
Sono famosissimi i mantra dedicati alle upaniṣad Kali-Santarana, ritenuti molto potenti. Tra tutti, uno dei più noti:
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
È composto dai nomi attribuiti a Dio dalla tradizione
vaishnava:
Kṛṣṇa e
Rama e da Hare, l'energia (
shakti) divina. Il mantra Hare Kṛṣṇa venne diffuso da
Caitanya Mahaprabhu, mistico e santo bengalese del
XV secolo, come l'unico metodo di preghiera dell'era attuale (
Kali Yuga). Quando
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada creò l'
ISKCON, in inglese International Society for Kṛṣṇa Consciousness, in italiano Società Internazionale della Coscienza di Kṛṣṇa, un movimento religioso
Vaishnava dell'India dell'Ovest, definì il mantra "Hare Kṛṣṇa" come l'unico in grado di portare il devoto verso la
moksha (Liberazione dal
Saṃsāra, o ciclo di nascite e morti) e di risvegliare la Coscienza di Kṛṣṇa (nella filosofa Vaishnava, l'eterno sentimento che lega l'anima individuale -
jiva - a
Dio); per questo è chiamato anche Maha Mantra (Grande Mantra). In Occidente il movimento di Prabhupada è più comunemente conosciuto con il nome di
Hare Kṛṣṇa.
Mantra della vittoria sulla malattia e la morte [
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Mritunjaya Mantra
Om Tryambakam yajamahai
Sugandhim pusti vardhanam
Urvarukamiva bandhanat
Mrityormuksiya mamritat
Offriamo preghiere a Tryambak (aspetto guaritore di Shiva)
affinché ci liberi dai legami della nascita e della morte
le malattie e la morte non vengano a noi
I Mantra Shanti [
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ॐ सह नाववतु
सह नौ भुनक्तु
सह वीर्यं करवावहै
तेजस्विनावधीतमस्तु
मा विद्विषावहै
Om saha naavavatu
Saha nau bhunaktu
Saha viiryan karavaavahai
Tejasvi naavadhiitamastu
Maa vidvishhaavahai
Possa entrambi proteggerci
Possa nutrici insieme
Possa lavorare insieme con grande vigore
Possano i nostri studi essere illuminati
Possa nessun ostacolo sorgere tra di noi
ॐ शान्तिः शान्तिः शान्तिः
Om shaantih shaantih shaantih
Om pace, pace, pace, pace.
--
Yajurveda Nero
Taittiriya Upaniṣad 2.2.2
Preghiere Universali [
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Sarveśāam Svastir Bhavatu
Sarveśām Sāntir Bhavatu
Sarveśām Pūṛṇam Bhavatu
Sarveśām ṃangalam Bhavatu
(Auguro il bene a tutti, auguro la pace a tutti, auguro a tutti di vivere per la perfezione, e possano tutte le esperienze essere di buon auspicio)
Sarve Bhavantu Sukhinaha
Sarve Santu ṇirāmayaha
Sarve Badrāṇi Pasyantu
ṃā Kascidh-dhuhkha Bhāga-Bhavet
(Om, Siate tutti felici. Siate tutti in buona salute. Auguro a tutti buone esperienze senza far soffrire nessuno. Om, pace, pace, pace)
Altri esempi [
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Tat Twam Asi "Tu sei Quello"
Maha Mrityunjaya.
Surya NamaskaraIl Mantra Indù Bija [
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Nell'Induismo il concetto di mantra come suono mistico fu traslato, come logica conclusione, nel concetto di "seme" o
Bija, mantra che non ha un significato preciso, ma sono concepiti per evocare, attraverso le loro connessioni vocali, a diversi principi spirituali. Per esempio : la devozione alla Madre Divina,
Kali, nella forma di mantra, è abilmente sintetizzata nel potente mantra Bija, nella tradizione Shakta dell'Induismo :
Aum Kreeng Kreeng Kreeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng
Dakshina Kalike
Kreeng Kreeng Kreeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng Swaha
Naturalmente il più venerato tra tutti i mantra Bija vi è l'
Om/Aum.
I Mantra Bija fanno parte della conoscenza
monistica, che pur riconoscendo la manifestazione multiforme, deriva comunque un unico principio.
I Mantra nel Buddhismo [
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Il Buddhismo, dopo la società Vedica, ha sviluppato un suo sistema di conoscenza dei mantra, che è comunque molto simile a quello Induista, ma possiede caratteristiche proprie.
I Mantra nel Buddhismo Shingon [
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L'erudito del Buddhismo
Kukai ha proposto una teoria generale del
linguaggio basata su due forme di linguaggio
rituale: il
Dharani e il Mantra. Il Mantra è riservato a pratiche
Esoteriche Buddhiste, mentre il Dharani è presente sia nei rituali Esoterici che in quelli
Essoterici. Il Dharani lo possiamo trovare, per esempio, nel
Cànone Pali (vedi sotto). Il Kukai ha inoltre coniato la parola "
Shingon" per tradurre in
giapponese la parola mantra.
La parola Dharani deriva dalla radice Sanscrita dh.r il cui significato è "tenere", o "mantenere".
Ryuichi Abe suggerisce che tale parola possa venire utilizzata come dispositivo mnemonico che incapsula il significato o di una sezione o di un capitolo o di una
sutra. I dharani vengono anche utilizzati, nella quotidianità, per proteggersi dalle influenze maligne e dalle calamità.
Un mantra viene anche utilizzato come dispositivo linguistico in grado di consentire e di approfondire la riflessione interiore, o, in un contesto Buddhista, di sviluppare la possibilità di un'esperienza diretta di illuminazione. Tuttavia i mantra sono stati usati anche come parole magiche, per scopi mondani, per ottenere salute, lunga vita, ed eliminare i nemici.
Distinzione tra dharani e mantra [
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È difficile fare distinzione tra dharani e mantra. Si può affermare che tutti i mantra sono dharani, ma che non tutti i dharani sono mantra. I Mantra tendono alla brevità ; entrambi tendono a contenere un numero di frammenti sonici creduti incomprensibili e privi di significato, come Om, o Hu.m. Il Kukai considera i mantra una classe speciale di dharani che rivela ogni sillaba di un dharani, quale manifestazione della vera natura della realtà -- in termini Buddisti , in cui tutti i suoni sono una manifestazione di
shunyata o vacuità. Quindi il Kukai ribalta il concetto e suggerisce che i dharani siano in realtà saturi di significati -- dove ogni sillaba assume, in realtà, un profondo significato simbolico su piani differenti.
Uno dei contributi distintivi del Kukai fu infine quello di dimostrare che queste associazioni simboliche non differiscono in modo sostanziale dal linguaggio ordinario. Se si conosce il funzionamento dei mantra, qualsiasi suono potrebbe rappresentare praticamente la realtà ultima.
La
kana e i mantra [
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Sempre per il Kukai, l'enfasi data ai suoni era uno dei capisaldi per il campionamento del sistema fonetico di scrittura giapponese, la
kana, adottata ai tempi dello stesso Kukai, che venne generalmente accreditato come il suo inventore, ma fra gli eruditi vi sono molti dubbi. La sua teoria si fonda sull'ipotesi che i mantra ebbero un potente effetto sul pensiero della società Giapponese, dominato fino a quel momento sia dalla cultura Cinese, nella forma del Cinese Classico, usato nelle corti e tra i letterati, che dal
Confucianesimo, l'ideologia politica allora dominante.
In particolare fu in grado di usare la nuova teoria sul linguaggio per creare un collegamento tra la cultura Giapponese e il Buddismo. Per esempio tra il Budda Mahavairocana e lo
Shinto dio del sole
Amaterasu, dato che si pensava che l'imperatore discendesse da Amaterasu, Kukai fu in grado di trovare un potente collegamento tra l'imperatore e Budda, e di conseguenza il modo di integrare lo Shinto con il Buddismo, cosa che non riuscì al Confucianesimo, e lo fece attraverso il linguaggio, e i mantra. Kukai fu di grande aiuto nello spiegare i mantra in un modo mai tentato prima: fondamentalmente si domandò cosa è un
testo, in che modo funzionano i
segni, e soprattutto, di quale linguaggio si tratta, anticipò la moderna teoria dello
strutturalismo, anche se giunse a conclusioni molto differenti.
L'origine di tutti i suoni [
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In questo sistema di pensiero tutti i suoni originano dalla "a" -- la a breve della parola padre. Per il Buddismo esoterico la vocale "a" possiede una funzione speciale essendo associata con il Shunyata o con l'idea di vocale neutra, dove assume significati diversi. In
Sanscrito la vocale "a" viene utilizzata quale prefisso in grado di modificare il significato di una parola nel suo opposto : per esempio : "vidya" significa conoscenza, e "avidya" è ignoranza, (lo stesso espediente è stato utilizzato in molte parole
greche, per esempio "ateismo" contro "teismo", e "apatia" contro "pathos"). La stessa lettera a viene visualizzata nelle sacre scritture Siddham e pronunciata in rituali e pratiche di
meditazione. Nei
Mahavairocana Sutra centrale per il
Buddismo Shingon si dice : Rendete grazie al voto originale del Budda e del Bodhisattva, una forza miracolosa risiede nei mantra, cosi, colui che li pronuncia acquisisce meriti senza limiti" [Conze ,p.183].
I Mantra nel Buddhismo Indo-Tibetano [
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Edward Conze distingue tre periodi nell'uso Buddhistico dei mantra. Inizialmente seguendo gli Indiani, i Buddhisti usavano i mantra per proteggersi dalle influenze maligne.
Nonostante ai monaci
Vinaya fosse proibito utilizzare mantra Brahminici per ottenere beni materiali, vi era sempre qualche monaco che trasgrediva e li usava a fini
magici. È particolare il caso del mantra Ratana Sutta, la cui efficacia dei versi sembra evocare il concetto di "
sutta finiva con : "dalla virtù di questa verità, possa essere felice".
I Mantra storicamente successivi avevano la funzione di custodi della vita spirituale del cantore. Questi mantra possiedono sezioni di sutra
Mahayana dette anche sutra del loto bianco e
Lankavatara Sutra. Lo scopo di avere protezione è cambiato con il tempo. Nella
Sutra della luce d'oro i
Quattro grandi Re promettono di esercitare la sovranità sulle diverse classi di semidei, per proteggere l'intero Jambudvipa (il subcontinente indiano), i monaci che declamano i sutra, e i re che sponsorizzano i monaci. Apoteosi di questo tipo di approccio si trovano nella scuola
Nichiren Buddista, fondata nel
13° secolo in Giappone, il cui distillato di tutte le pratiche Buddiste si concretizza nella
venerazione del
Sutra del Loto attraverso la recitazione del
daimoku: "
Nam myoho renge kyo" che tradotto significa all’incirca: “Dedico la mia vita alla mistica Legge del Sutra del Loto”.
Durante la terza epoca, circa nel 7° Secolo, il mantra viene utilizzato come veicolo di salvezza e di insegnamento. La filosofia
Tantrica ebbe un forte sviluppo tra il 6° e il 7° secolo, mentre la specifica forma Buddhista fa la sua apparizione verso l'inizio del
300 a.C.. Il primo nome dato al comune mantra Vajarayna era Matrayana che fa presagire l'importanza che i mantra assumeranno all'interno del Buddhismo Indo-Tibetano.
La pratica Vajrayana [
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La pratica
Vajrayana fornisce un valido aiuto a chi desidera raggiungere l'esperienza diretta di illuminazione, di sperimentare l'autentica realtà delle cose. Qui i Mantra svolgono la funzione di simbolo dei diversi aspetti di questa realtà -- per esempio la saggezza o la compassione. Ogni Mantra è associato ad una particolare divinità ; l'unica eccezione è il mantra
Prajnaparamita che è associato al
Sutra del Cuore.
Una delle strategie chiave dei Mantra Vajrayana al fine di realizzare l'esperienza diretta di illuminazione è quello di assorbire nella pratica l'intero organismo psicofisico. Secondo i Buddisti ogni persona è formata di corpo, mente e parola. Così un tipico
sadhana o pratica di meditazione deve comprendere delle
mudra, che consistono in simboliche posizioni delle mani, fino al raggiungimento di una completa prostrazione fisica ; la recitazione dei mantra ; ed infine tecniche di visualizzazione di esseri celestiali e delle parole del mantra che si sta recitando. Colui che medita deve visualizzare le parole di fronte a sé, o all'interno del proprio corpo. Le può pronunciare o a voce alta, o solo mentalmente.
Om mani padme hum [
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Probabilmente il più famoso mantra Buddista è
Om mani padme hum (in cinese 唵嘛呢叭咪吽). Sono le sei sillabe del mantra del
Bodhisattva Avalokiteshvara della
compassione è chiamato in
Tibetano Chenrezig, e in Cinese:
Guanyin. Questo mantra è associato in modo particolare alla forma a quattro braccia chiamata Shadakskari di Avalokiteshvara, e che viene in particolar modo utilizzato dai suoi devoti.
Donald Lopez elenca diverse interpretazioni di questo mantra nel suo libro: Prigionieri di Shangri-la: Il Buddhismo Tibetano e l'Occidente. Il Lopez è uno scrittore autorevole, la sua è una sfida all'analisi stereotipata del mantra nel consueto significato di "Gioiello del Loto", un'interpretazione che non è supportata né da analisi linguistica, né dalla tradizione Tibetana, essendo il tipico approccio
Orientalista dell'Occidente all'oriente 'esotico'. Il Lopez suggerisce inoltre, che Manipdma è attualmente il nome del bodhisattva nella forma di Avalokiteshvara, avente molti nomi, e, in alcuni casi comprendente Padmapani o fiore di loto in mano. L'insistenza dei Brahmini sulla assoluta corretta pronuncia in Sanscrito viene interrotta nel momento in cui il Buddismo si espande negli altri paesi dove gli abitanti non sono in grado di riprodurre correttamente i suoni. Così, per esempio, in Tibet, dove questo mantra è sulle labbra di molti tibetani al momento del risveglio, viene pronunciato come: "Om mani peme hum".
Altri Mantra utilizzati dai Buddhisti Tibetani [
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La seguente lista di mantra è tratta dal Kailash - Jurnal of Himalayan Studies, Vol. 1, Num. 2, 1973, pp. 168-160, comprende diverse versione del mantra Om mani Padme Hum. Notare come, in questo mantra, la parola swaha sia qualche volta scritta svaha, e di solito pronunciata dai tibetani so-ha. La pronuncia varia nella translitterazione in inglese ; per esempio : hum e hung, generalmente sono la stesa parola. I mantra usati nella pratica dai
Buddisti Tibetani sono in
Sanscrito, al fine di mantenerne l'efficacia originaria, mentre la Visualizzazione dei simboli e altre pratiche sono di solito fatte in Tibetano.
Om wangishwari hum Questo è il mantra del Mahabodhisattva
Manjusri, in Tibetano: Jampelyang Wylie "'jam dpal dbyangs'" ... Il Buddha nella sua saggezza.
Om mani padme hum è il mantra di
Chenrezig, Mahabodhisattva, Il Buddha nel suo aspetto compassionevole.
Om vajrapani hum Il mantra del Buddha quale protettore degli Insegnamenti Segreti: come il Mahabodhisattva
Channa Dorje (
Vajrapani).
om vajrasattva hum La versione più breve del mantra di
Vajrasattva. Esiste anche una versione avente più di 100 sillabe.
Om ah hum
vajra guru pema siddhi hum Il mantra del Vajraguru
Guru Rimpoche che introdusse in Tibet, il
Buddhismo Mahayana e il
Buddhismo Vajrayana.
Om tare tuttare ture swaha Il mantra di Jetsun Dolma o
Tara (Bodhisattva), La Madre del Buddha.
Om tare tuttare ture mama ayurjnana punye pushting svaha, il mandra di
Dölkar o Tara Bianca, un'emanazione di
Tara (Bodhisattva) che rappresenta salute e lunga vita.
Om amarani jiwantiye swaha Il mantra del Buddha per una vita libera dai propri limiti : Il Buddha
Amitayus (Tibetan Tsépagmed) nella sua forma celestiale .
Om dhrum swaha Il mantra purificatore della mente
Namgyalma.
Om ami dhewa hri Il mantra del Buddha
Amitabha (
Hopagmed del Buddhafield Occidentale, la cui pelle è dello stesso colore del sole nascente.
Om ah ra pa tsa na dhih Il mantra dalla "voce dolce",
Jampelyang (
Wylie, "'jam dpal dbyangs") o
Manjusri, il Buddha nella sua saggezza.
Hung vajra phat Il mantra del Mahabodhisattva
Vajrapani nella sua forma irascibile.
Om muni muni maha muniye sakyamuni swaha Il mantra del
Buddha Sakyamuni, il Buddha storico.
Om gate gate paragate parasamgate bodhi swah Il mantra del Cuore della Perfezione, del
Sutra della Saggezza.
I Mantra in altre tradizioni o contesti [
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La
Meditazione Trascendentale, conosciuta semplicemente come 'MT', utilizza dei semplici mantra per focalizzarsi sulla meditazione. l' MT è stata fondata da
Maharishi Mahesh Yogi. Secondo la MT, la pratica può essere di beneficio in diversi aspetti della vita : nelle relazioni, nella riduzione dello stress, nella salute, nell' autostima ; ma ne può beneficiare anche il mondo intero attraverso la riduzione della violenza, del crimine, sostanzialmente migliorando la qualità della vita. Il fondatore era esperto della tradizione Indù, ma la MT è un tentativo di adattare ai tempi moderni una forma di meditazione separandola dalla tradizione. In questo contesto vengono utilizzate per mantra solo due sillabe.
I Mantra sono stati praticati entusiasticamente anche da diversi gruppi
New Age. Tuttavia la loro applicazione fuori da un contesto tradizionale e dal punto di vista del religioso Indù o del praticante Buddista, manca di profondità. La sola ripetizione di sillabe può avere un effetto calmante sulla mente, ma i tradizionalisti affermano che i mantra possono cambiare effettivamente il livello della nostra consapevolezza solo se vengono utilizzati attraverso la pratica tradizionale.
Nella cultura popolare [
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Nell'
album musicale Fisiognomica del
1988,
Franco Battiato fa riferimento al Mantra nella canzone Il mito dell'Amor, cantando Echi di Mantra, nel suono del suo nome.
Il Mantra è anche un potere utilizzato da
Eneru e dai
Sacerdoti di Skypiea (Ohm, Shura, Gedatsu e Satori), personaggi del
manga ed
anime One Piece di
Eiichiro Oda. Questo potere permette di prevedere le mosse dell'avversario.
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